La corte

LA NOSTRA ETICA PROFESSIONALE

Organizzare una nuova formula di fare turismo attenta ai bisogni del cliente è stato l’obiettivo che ha guidato la nostra etica professionale, questa stessa etica ci ha suggerito un modo diverso di “pensare” la vacanza, dove cortesia, gentilezza e benessere diventano più importanti del fare solo business.

CORTE JANCA
– SIGNORILE DIMORA-

Chi, per turismo o per affari, si trova a passare da Montesano un piccolo borgo del basso Salento, in un reticolo di vicoli e strittule (strettoie), dove respira ancora l’autentica anima del paese, può trovare ospitalità in Corte Janca, un complesso di case a corte dove un restling inedito e originale, conservando la primitiva struttura, ha ridisegnato moderni e confortevoli spazi di vivibile umanità, sapientemente organizzati da abili mani artigiane.

BENESSERE, SALUTE E RELAX

Nel cortile soleggiato, odoroso di gerani,  protetto da spesse muraje è possibile trascorrere in pace qualche ora in compagnia di un buon libro o di una rivista; a chi ama, invece, la vita all’aperto, una breve corsa al mare, l’azzurro Adriatico distante appena 6 km, può assicurare una giornata di completo relax. Se ciò che conta è non solo il benessere fisico, ma anche la salute mentale ed emotiva, allora non c’è di meglio che scendere nella cava, l’antica cantina scavata nella roccia per rilassarsi piacevolmente in una vasca di idromassaggio per poi salire a prendere il sole sulle liame (terrazze) ingrigite dal tempo, dove sui cannizzi (stuoie realizzate intrecciando fusti di canna) venivano adagiati i fichi a seccare al sole. Quivi si mescolano odori di salsedine, di menta e di limoni, portati dallo scirocco che, soffiando dal Mediterraneo, si carica di esotici elisir.

UN FILO CONTINUO CON IL PASSATO

Le volte a botte e a stella delle stanze, restituite al loro antico splendore di pietra dorata, mostrano in tutta la loro raffinatezza forme stilizzate, sfumature pastello, disegni geometrici ed altri effetti decorativi. L’alto portone ottocentesco che favoriva fino a pochi anni fa il passaggio delle traìne (carrozze), ormai scomparse, invita gli ospiti a entrare nella corte dove campeggia in tutto il suo antico splendore di gentiluomo decaduto, un pozzo; fresca fonte sorgiva, sollievo alla calura nelle ardenti estati salentine. Intriga quel colore di tenero bianco delle facciate, simbolo di spiritualità e nobiltà, che qualche madonnaro utilizza ancora nei pressi dei santuari, durante le fiere di paese, effigiando ieratici volti di santi. 

RIPOSO

Le camere da letto, comode, spaziose, arredate con cura con mobili realizzati artigianalmente, dotate di bagni completi di  tutti i comfort, calde d’inverno e fresche d’estate per via della loro naturale copertura a chianche, una pietra locale di origine calcarea che permette all’aria di circolare, rimandano a una cultura contadina scandita dal cambio delle stagioni e dal calore familiare dell’ospitalità, sacra in Salento, dai tempi remoti degli insediamenti greci e romani. Per chi desiderasse, invece, soggiornare con la famiglia o con amici, una larga scalinata in pietra leccese conduce alla suite Ersilia, dal nome della proprietaria di quei luoghi, elegante trilocale dai cui balconi in ferro battuto è possibile intravvedere la zona Palmenti, dove fino a non molto tempo fa, si pigiava l’uva per produrre dei pregiati Negroamaro e Malvasìa.